Per assistere, Per il caregiver

Come comunicare durante una visita medica

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In ogni rapporto esistono alcune piccole regole che, se seguite, possono agevolare l’interazione e contribuire a creare un rapporto empatico.
Ecco qualche suggerimento su come il paziente e il suo caregiver possono favorire una buona comunicazione e collaborazione con il personale sanitario durante la visita.

I suggerimenti sono, come sempre, frutto delle evidenze scientifiche e di ciò che osservo personalmente, oltre che di quanto mi viene riportato dai miei colleghi come fonte di frustrazione nel loro lavoro.

Dottor Google e le autodiagnosi
Sicuramente vi sarà capitato di trovare affissi sulle porte degli ambulatori, o di leggere sui social, messaggi ironici sul “Dottor Google”, come quello riportato nell’immagine seguente.

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Tali avvisi nascono dall’esasperazione di molti professionisti sanitari di fronte ai pazienti che arrivano già “diagnosticati” grazie alle ricerche online.
I dati parlano chiaro: secondo Eurostat (2021), il 55% dei cittadini europei, soprattutto nel Nord Europa, con età compresa tra 16 e 74 anni, dichiara di cercare informazioni sulla salute su Internet. In molti casi, tali ricerche vengono effettuate più volte a settimana, e il fenomeno è particolarmente diffuso tra le donne e le caregiver (Kim, Powell & Bhuyan, 2017).

Il primato spetta a dott. Google, ma si fa ricorso anche ad altri motori di ricerca e ai “checker dei sintomi”, ovvero le piattaforme digitali che aiutano a interpretare i sintomi (senza fare diagnosi!) e a identificare il professionista più adatto al quale rivolgersi (Wallace et al., 2022).

Perché si cercano informazioni sulla salute online?

La prima risposta, molto ovvia, riguarda i lunghi tempi di attesa per visite specialistiche o i costi elevati delle prestazioni private, che spesso diventano necessarie in risposta a tale problema. È quindi comprensibile che molte persone cerchino prima di informarsi da sole.
Tra le altre ragioni, come spiegano diversi studi, ci sono la convenienza, l’anonimato, la riservatezza e il risparmio di tempo nel reperire informazioni aggiornate e comprensibili, nonché la possibilità di affrontare temi sensibili senza esporsi (Chu et al., 2017; Powell et al., 2011).

Fanno sempre male le ricerche sulla salute online?

Sorpresa! La letteratura scientifica ha dimostrato che la ricerca di informazioni online non è necessariamente un male, in quanto può avere un impatto positivo sulla health literacy, cioè sul livello di alfabetizzazione sanitaria (Jia, Pang & Liu, 2021).
Secondo una revisione sistematica condotta da Farnood, Johnston e Mair (2022), l’autodiagnosi online non compromette necessariamente il rapporto medico-paziente, ma ne modifica le dinamiche, spingendo i professionisti verso una comunicazione più empatica e collaborativa con un interlocutore più consapevole. Lo studio dimostra che il paziente si informa online, non per sminuire il ruolo del professionista bensì per rendersi parte attiva del processo decisionale.

Il male, quindi, non è Internet in sé, ma la mancanza di alfabetizzazione alla ricerca in rete. Come suggerisce la letteratura, invece di demonizzare l’uso di Internet, sarebbe più utile indirizzare i pazienti verso fonti affidabili.

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Una volta informatosi online, per quanto alfabetizzato, il paziente o il caregiver non dovrebbe mai presentarsi alla visita  come un “collega”, ma come un partner consapevole nel percorso di cura.

Altri suggerimenti per un buon dialogo

  1. Spiega il tuo (o del tuo assistito) problema con calma e chiarezza, in ordine cronologico, ma rispetta i tempi della visita: se hai molte domande, chiedi un secondo appuntamento.
  2. Non interrompere il medico mentre parla.
  3. Sii sincero: non nascondere abitudini o comportamenti rilevanti per la salute (fumo, abitudini alimentari non sane, le kcal veramente assunt…). Sappi però che, se ti presenti alla visita di controllo ammettendo di non aver seguito le indicazioni fornite, questa informazione sarà frustrante per il professionista, che sentirà il suo intervento inutile in assenza della tua collaborazione.
  4. Dopo la visita, per comunicare con il professionista, utilizza gli indirizzi e i numeri di lavoro.
  5. Infine, questa la devo proprio alle mie colleghe: no al sessismo! Fortunatamente, questi episodi sono sempre meno frequenti, ma spesso il personale sanitario di sesso femminile viene appellato come “signorina”. I ruoli professionali vanno riconosciuti: le dottoresse sono dottoresse, le infermiere infermiere, le dietiste sono dietiste… non “signorine”!


Ci sono alcune altre semplici ma fondamentali regole; seguirle può incidere in modo molto positivo su una comunicazione chiara, collaborativa e rispettosa.

  1. Rispetta gli appuntamenti. Se hai preso un appuntamento ma non puoi presentarti, disdici: è un gesto di responsabilità verso gli altri.
  2. Sii puntuale. Tutti noi pazienti e caregiver sappiamo quanto sia brutto aspettare in una sala d’attesa, a volte anche a lungo, il proprio turno. A volte i ritardi possiamo causarli anche noi. E’ essenziale rispettare gli orari prefissati!  Anche cinque minuti contano. Cinque minuti di ritardo di ognuno significano ore per chi è in fondo alla lista. La prossima volta potresti esserlo tu! È vero che il ritardo potrebbe non dipendere da te, soprattutto se il trasporto avviene con l’ambulanza, avvisa del ritardo in questo caso!
  3. Presentati alla visita con tutta la documentazione necessaria e richiesta: impegnativa correttamente compilata e valida, referti, esami, terapia in corso. Normalmente ti viene fornito un protocollo della visita e, se la documentazione che presenti non è completa, spesso non sarà possibile fare una diagnosi! Questo vale soprattutto nel caso dei pazienti anziani con pluripatologie e che assumono numerosi farmaci.
  4. Cura l’igiene personale del paziente e scegli con attenzione gli abiti da indossare per la visita, in quanto dovrebbero essere comodi e permettere di svestirsi e rivestirsi velocemente.
  5. Spiega il tuo (o del tuo assistito) problema con calma e chiarezza, in ordine cronologico, ma rispetta i tempi della visita: se hai molte domande, chiedi un secondo appuntamento.
  6. Non interrompere il medico mentre parla.
  7. Sii sincero: non nascondere abitudini o comportamenti rilevanti per la salute (fumo, abitudini alimentari non sane, le kcal veramente assunt…). Sappi però che, se ti presenti alla visita di controllo ammettendo di non aver seguito le indicazioni fornite, questa informazione sarà frustrante per il professionista, che sentirà il suo intervento inutile in assenza della tua collaborazione.
  8. Dopo la visita, per comunicare con il professionista, utilizza gli indirizzi e i numeri di lavoro.

Ricorda: anche il personale sanitario, come i caregiver, può essere stressato. Numerosi studi dimostrano che una buona parte (intorno al 50% dei medici) dei professionisti sanitari soffre di burnout, e la collaborazione del paziente può fare la differenza (Bidenko & Bohnet-Joschko, 2022).

Foto: Pexel – Fauxels

Bibliografia

Bidenko, K., & Bohnet-Joschko, S. (2022). Supporting family care: A scoping app review. BMC Medical Informatics and Decision Making, 22, 162.

Chu, J. T., Wang, M. P., Shen, C., Lam, T. H., Viswanath, K., & Chan, S. S. C. (2017). How, when and why people seek health information online: Qualitative study in Hong Kong. Interactive Journal of Medical Research, 6(2), e7000.

Eurostat. (2021, April 6). One in two EU citizens look for health information online.

Farnood, A., Johnston, B., & Mair, F. S. (2022). A mixed methods systematic review of the effects of patient online self-diagnosing in the “smartphone society” on the healthcare professional–patient relationship and medical authority. BMC Medical Informatics and Decision Making, 22, 126.

Jia, X., Pang, Y., & Liu, L. S. (2021). Online health information seeking behavior: A systematic review. Healthcare (Basel), 9(12), 1740.

Kim, H., Powell, M. P., & Bhuyan, S. S. (2017). Seeking medical information using mobile apps and the Internet: Are family caregivers different from the general public? Journal of Medical Systems, 41(3), 38.

Kothari, M., & Moolani, S. (2015). Reliability of “Google” for obtaining medical information. Indian Journal of Ophthalmology, 63(3), 267–269.

Powell, J., Inglis, N., Ronnie, J., & Large, S. (2011). The characteristics and motivations of online health information seekers: Cross-sectional survey and qualitative interview study. Journal of Medical Internet Research, 13(1), e20.

Thompson, M., Chan, C., Daniels, E., Obana, K., Taylor, J., Grailey, K., Schneider, R., Flatley, J., Sounderajah, V., & Darzi, A. (2022). Systematic review of health research using internet search data. Digital Health, 8, 205520762211035.

University Health. (n.d.). The pros and cons of self-diagnosing online. Retrieved October 2025, from

Wallace, W., Chan, C., Chidambaram, S., Hanna, L., Iqbal, F. M., Acharya, A., Normahani, P., Ashrafian, H., Markar, S. R., Sounderajah, V., & Darzi, A. (2022). The diagnostic and triage accuracy of digital and online symptom checker tools: A systematic review. NPJ Digital Medicine, 5, 118.

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