Non so se è solo una mia impressione, ma ho la sensazione che, quando si parla di assistenza alle persone anziane a casa, si parli troppo poco di quella che dovrebbe essere la vera priorità: come prepararsi per prevenire e gestire i cosiddetti rischi domestici.
Ricordo bene i terremoti qui ad Ancona e le badanti che, spaventate, fuggivano lasciando la madre della mia amica da sola in casa.
Ricordo anche di aver assistito a scene in cui alcune persone iniettavano acqua con una siringa a una persona allettata che poi tossiva, senza chiedersi se magari fosse disfagica ai liquidi — e, probabilmente, senza neppure sapere che cosa sia la disfagia.
Ma noi familiari, sappiamo davvero come gestire i vari rischi?
Il post di oggi è scritto da Vincenzo Avanzolini, infermiere, esperto e istruttore nelle tecniche di primo soccorso BLS (Basic Life Support), vale a dire quelle manovre utilizzate per mantenere le funzioni vitali di una persona in attesa dell’arrivo dei soccorsi avanzati per affrontare uno di tali rischi: soffocamento!

Vincenzo Avanzolini
Infermiere ed istruttore BLS
vicepres. Ass. Prospetica
Un pensiero per chi si prende cura
Il soffocamento è un rischio spesso sottovalutato ma purtroppo comune, soprattutto tra bambini e persone fragili. In questo articolo scopri come riconoscere i segnali di pericolo, quali alimenti e oggetti evitare, e quali manovre salvavita conoscere per reagire con calma e sicurezza.
Prevenire e saper agire è un atto di amore e responsabilità.
Capire il rischio
Basta un attimo di distrazione: un boccone troppo grande, una risata durante il pasto… Il soffocamento da corpo estraneo può accadere in qualsiasi momento, anche in ambienti familiari e sicuri.
Quando un oggetto o un pezzo di cibo blocca le vie respiratorie, l’aria non arriva ai polmoni e la persona non riesce a respirare.
I numeri parlano chiaro: in Italia, il soffocamento è una delle principali cause di morte accidentale nei bambini piccoli, ma il rischio riguarda anche anziani fragili, persone con difficoltà di deglutizione (disfagia) o disabilità cognitive. Le fasce di età più colpite da un’elevata mortalità in Italia sono quelle che riguardano i bambini fino a 4 anni per poi tornare ad un incremento oltre i 60 anni.
Capire il problema è il primo passo per prevenirlo: perché la prevenzione salva davvero la vita.
Cibo e sicurezza: piccoli gesti, grande differenza
Alcuni alimenti sono più pericolosi di altri, soprattutto per forma o consistenza. Ecco come ridurre i rischi ogni giorno:
🍇 Uva, pomodorini, olive, ciliegie: tutti gli alimenti a forma sferica – ovale vanno sempre tagliati in quarti.
Würstel, carote crude, mozzarelline: tagliare a piccoli pezzi o a bastoncini sottili.
Frutta secca, popcorn, caramelle dure: da evitare per i bambini sotto i 4 anni e gli anziani.
Pane secco o carne fibrosa: ammorbidire o ridurre in pezzi molto piccoli.

Durante i pasti, è fondamentale creare un momento tranquillo, senza fretta né distrazioni. Mangiare e ridere insieme è bello, ma la deglutizione è un atto complesso che richiede attenzione, soprattutto nei bambini o nelle persone anziane.
Gli oggetti che non devono mai finire in bocca
Molti episodi di soffocamento non dipendono dal cibo, ma da piccoli oggetti di uso quotidiano: monete, tappi, palline, bottoni, pile a bottone.
Il consiglio è semplice ma potente: guarda la casa “con gli occhi di chi accudisci”.
Se un bambino o un anziano fragile può afferrare e mettere in bocca qualcosa di piccolo, quell’oggetto va spostato o eliminato. La prevenzione passa anche dalla cura dell’ambiente.
Posizione mentre si mangia
Non iniziare a nutrire la persona prima di verificare che sia cosciente e sveglia!
La posizione semi-seduta, con la testata del letto sollevata almeno a 30° (idealmente tra 45° e 60°), è la più indicata per nutrire una persona allettata.
Per le persone non autonome, un grande aiuto è rappresentato da un letto articolato con testata inclinabile. Tuttavia, se non si dispone di un letto professionale, è possibile sistemare la persona in posizione adeguata utilizzando dei cuscini, da inserire sotto la schiena in modo che il busto rimanga sollevato e spalle e testa siano ben sostenute.
È fondamentale mantenere questa posizione anche dopo il pasto, per almeno 30–60 minuti, evitando di riportare subito la persona assistita in posizione sdraiata.
Solo in casi eccezionali, quando la persona non può assolutamente stare seduta, si può procedere alla somministrazione del cibo in posizione laterale, preferibilmente sul fianco sinistro. In questo caso, la testa va leggermente sollevata prima di somministrare, molto lentamente, piccoli bocconi o cucchiaini di cibo.
Questa posizione comporta un rischio elevato di soffocamento e richiede quindi massima attenzione e sorveglianza costante.
E ricordati, il soffocamento può essere causato anche dai liquidi, non solo dai solidi!
Riconoscere l’ostruzione: parziale o totale?
Saper distinguere il tipo di ostruzione è fondamentale:
- Ostruzione parziale: la persona riesce a tossire o parlare, anche se con fatica.
In questo caso non bisogna intervenire subito, ma incoraggiare la tosse e restare pronti. - Ostruzione totale: la persona non respira né parla, può portare le mani al collo e cambiare colore. È il momento di agire immediatamente con le manovre di disostruzione.
Si informa la persona che sta soffocando sulle proprie intenzioni e ponendoci da dietro si pratica la manovra di Heimlich.
Le manovre salvavita: conoscere per non farsi travolgere dal panico
La manovra di Heimlich, ideate dal dottor Henry Heimlich, hanno salvato milioni di vite.
Si basa su una serie di spinte addominali che aiutano a espellere il corpo estraneo.
Afferrando la vittima di ostruzione totale da dietro, si circonda l’addome con le braccia fino ad unire le mani in un pugno chiuso che andrà a comprimere anteriormente la porzione alta dell’addome, con forza.
Tuttavia, le manovre cambiano a seconda dell’età. Negli adulti, si eseguono spinte addominali sotto lo sterno.
Il procedimento è diverso a seconda che la persona sia cosciente o incosciente, così come nel caso di persone con un addome voluminoso.
Se la persona perde conoscenza o non respira, chiama immediatamente il 112 — il numero unico europeo per le emergenze — e segui le istruzioni dell’operatore.
La paura: riconoscerla, accettarla, non negarla
Durante un’emergenza è normale avere paura. Il cuore batte più velocemente, la mente si blocca, e ogni secondo sembra infinito.
Ma chi ha imparato le manovre, chi ha provato a metterle in pratica in un contesto protetto, sa che la calma si allena.
Durante i corsi si imparano gesti tecnici, ma anche la gestione emotiva dell’urgenza. Perché salvare una vita non è solo questione di forza o tecnica: è questione di presenza, di sangue freddo e di fiducia nei propri gesti.
Un’adeguata e ripetuta formazione, unita ad una buona dose di adrenalina che la paura ci offre, sono la ricetta necessaria per uscire da una situazione di emergenza simile.
Pertanto, imparare queste tecniche in un corso certificato è il modo migliore per essere pronti e sicuri.
Una formazione pratica, con l’aiuto di istruttori qualificati, permette di allenare la memoria motoria: il corpo saprà cosa fare, anche quando la mente è nel panico.
E dopo la disostruzione?
Anche se la persona sembra stare bene, è importante consultare un medico o recarsi in pronto soccorso dopo un episodio di ostruzione: il corpo estraneo potrebbe aver lasciato lesioni oppure alcuni residui potrebbero essere rimasti nelle vie aeree.
Un sapere che salva vite
Sapere come prevenire o affrontare un soffocamento non è solo una competenza sanitaria: è un atto di cura profonda.
Per un caregiver, conoscere queste manovre significa essere pronti a proteggere, a reagire, a non sentirsi impotenti di fronte all’imprevisto.
Ogni uva tagliata in quattro, ogni piccolo oggetto messo al sicuro, ogni corso di disostruzione frequentato è un gesto di amore consapevole.
E a volte, è proprio quell’amore a fare la differenza tra la paura e la Vita.
In sintesi
- Prevenire è meglio che intervenire: taglia, controlla, osserva.
- Mantieni la calma, sempre.
- Impara le manovre salvavita e ripassale nel tempo.
- Ricorda il numero d’emergenza: 112.
