Secondo una ricerca del National Council on Aging (2022) negli Stati Uniti, il 94,9% delle persone con più di 60 anni soffre di almeno una patologia, mentre il 78,7% presenta due o più malattie croniche (multimorbidità). Si stima inoltre che il 23% del carico globale totale delle malattie riguardi esclusivamente la popolazione over 60.
Le malattie cardiovascolari (ipertensione, cardiopatia ischemica, ictus) rappresentano il principale problema sanitario della popolazione anziana a livello mondiale. L’ipertensione arteriosa è la condizione più diffusa: colpisce tra il 50% e il 70% degli adulti e oltre il 75% degli ultraottantenni (WHO, 2021; DERIVA Study, 2013).
Altre malattie frequenti tra i soggetti anziani sono:
- Diabete mellito, che interessa tra il 15% e il 20% degli over 65 (International Diabetes Federation [IDF], 2021);
- Malattie respiratorie croniche (BPCO, enfisema, asma), che si registrano in circa il 10–15% dei soggetti over 65 (CDC, 2023);
- Patologie muscoloscheletriche, in particolare l’artrosi, la cui prevalenza varia dal 30% al 50% negli over 65, con una diffusione maggiore tra le donne. L’osteoporosi colpisce circa il 30% delle donne e il 10% degli uomini oltre i 65 anni (WHO, 2023; Johns Hopkins Arthritis Center, 2020);
- Disturbi neurocognitivi (demenza e Alzheimer), la cui prevalenza cresce con l’età e si aggira tra 5 e 10% negli over 65 e raggiunge fino al 30% negli ultra ottantacinquenni (Prince et al., 2015).
Principali malattie degli over 64 in Italia
In Italia, secondo l’ISTAT (2019) e Passi d’Argento (2023–2024), le prevalenze delle principali patologie tra gli over 64 sono:
- Cardiopatie: 26,7%
- Diabete mellito: circa 20% (21,6% secondo ISTAT; 19,6% secondo Passi d’Argento)
- Malattie respiratorie croniche: 16,2%
- Tumori: 13,3%
- Insufficienza renale: 6,8%
- Ictus o ischemia cerebrale: 6,6%
La prevalenza di Alzheimer e demenze senili era pari al 10,2% nel 2015, con valori più alti nelle donne e negli over 75 (ISTAT, 2023). L’osteoporosi interessa circa il 30% degli anziani, soprattutto donne, così come l’artrosi (58,4%), le patologie lombari (38,8%), cervicali (33,9%) e la depressione (14,7%) (Epicentro ISS, 2024).
Secondo ISTAT, nel 2019, il 52% degli italiani over 65 presentava almeno tre malattie croniche (dal 44,3% tra i 65–74enni al 66% negli ultra 85enni). Inoltre, il 43,2% aveva patologie croniche gravi, con un aumento dal 34,3% dalla fascia 65–74 anni al 58,4% degli over 85.
Nel 2015 oltre il 20% degli over 65 percepiva la propria salute come non buona o dichiarava di sentirsi male o molto male (ISTAT, 2015).
Mortalità
Nel 2024 il 76,6% dei decessi in Italia riguardava persone con più di 70 anni (ISTAT, 2025). Le principali cause di morte in questa fascia d’età erano le malattie del sistema circolatorio (cardiopatie ischemiche, malattie cerebrovascolari, altre malattie del cuore), seguite da tumori e demenza/Alzheimer (ISTAT, 2012).
Sindromi geriatriche
I soggetti anziani sono caratterizzati inoltre dalle sindromi geriatriche ovvero dalle condizioni multifattoriali derivanti dall’interazione tra invecchiamento, malattie croniche e fragilità. Le principali includono:
- Fragilità (vulnerabilità con rischio di perdita di autonomia)
- Malnutrizione
- Sarcopenia (perdita di massa e forza muscolare)
- Immobilità / allettamento
- Incontinenza urinaria o fecale
- Cadute
- Ulcere da pressione
- Depressione
- Demenza e delirio
- Polifarmacoterapia (uso di ≥ 5 farmaci)
- Problemi sensoriali
Malattie e vita quotidiana
La presenza di più malattie croniche e sindromi geriatriche aumenta la necessità di supporto nelle attività della vita quotidiana (ADL), come vestirsi, lavarsi, mantenere l’igiene e alimentarsi autonomamente.
Secondo ISTAT (2019) circa il 10% degli over 65 in Italia presenta gravi difficoltà nelle ADL, percentuale che sale al 37,2% negli over 85 (Epicentro ISS, Passi d’Argento, 2024).
Invecchiamento sano vs. invecchiamento patologico
Come già evidenziato, il processo di invecchiamento è influenzato da molteplici fattori, e la sua rapidità dipende da numerosi elementi oltre al codice genetico, come ad esempio il livello di istruzione, le relazioni sociali, il reddito, lo stato familiare e altri fattori socioeconomici (Masini et al., 2025).
Benché l’invecchiamento sia un processo fisiologico che comporta inevitabilmente dei cambiamenti a livello biologico, psicologico e sociale, possiamo distinguere tra l’invecchiamento fisiologico sano e quello patologico. Ciò che contraddistingue il primo è il mantenimento dell’autonomia e dell’indipendenza nel corso del tempo (Menassa et al., 2023).
L’invecchiamento patologico è quell’invecchiamento caratterizzato dalla presenza di patologie croniche e pluripatologie, disturbi neurologici e psichici e altre patologie e sindromi età correlate, riduzione delle interazioni sociali e limitata partecipazione alla vita comunitaria.
Il ruolo della prevenzione
In questo contesto, è fondamentale sottolineare che un numero rilevante di malattie tipiche della popolazione anziana — come diabete, malnutrizione, ipertensione, malattie cardiache, osteoporosi, disturbi psichiatrici e malattie respiratorie ed altre ancora — può essere prevenuto o, quantomeno, la loro gravità e le conseguenze possono essere significativamente ridotte grazie a interventi di prevenzione di diverso livello (primaria, secondaria e terziaria). In particolare, la prevenzione primaria comprende anche l’adozione di stili di vita salutari e l’eliminazione di comportamenti che costituiscono fattori di rischio modificabili (come il fumo, la dieta non equilibrata, l’inattività fisica, che sono comuni a numerose patologie). (American Heart Association, 2017; Livingston et al., 2024; Geda et al., 2010).
E’ nel contesto dell’invecchiamento attivo e sano che si inserisce il concetto di longevity healthcare/medicine, che si riferisce a un approccio olistico e personalizzato alla salute, che mira non solo a prolungare la durata della vita delle persone, ma soprattutto a estenderne la qualità, mantenendo autonomia, funzioni cognitive e relazioni sociali attive (Martinović, 2024).
Tra gli approcci volti a rallentare il processo di invecchiamento vi è anche da recente il biohacking (biologia + hacking), inteso come un approccio integrato e personalizzato alla salute che mira a “hackerare” il corpo attraverso interventi nutrizionali, attività fisica, tecniche psicologiche e cognitive e innovazioni tecnologiche, come i dispositivi indossabili. Sebbene alcune strategie di biohacking abbiano basi scientifiche ormai solide e consolidate, molte altre — soprattutto quelle di natura tecnologica e rigenerativa — necessitano di ulteriori evidenze scientifiche. Inoltre, necessitano di un approccio etico appropriato che garantisca in primo luogo la sicurezza degli individui (Martinović, 2024).
Foto: Unsplash – Ksenia Yakovleva
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