Sarcopenia e nutrizione: intervista con dott. Paolo Orlandoni, responsabile della UO Nutrizione Clinica dell’IRCCS INRCA di Ancona
Che cos’è la sarcopenia?
La sarcopenia, dal greco sarx (carne) e penia (povertà), è una sindrome geriatrica inizialmente definita da Rosenberg come perdita della massa muscolare. Nel tempo, la definizione si è estesa per includere anche la forza muscolare, che è diventata, anzi, il parametro più importante per determinare la gravità della sindrome e prevedere i possibili esiti negativi (1,2,3,4).
Quando in un soggetto si riscontra solo una perdita di massa muscolare si parla di presarcopenia; quando invece la perdita di massa muscolare è accompagnata da una riduzione della forza o da un peggioramento della performance fisica, si parla di sarcopenia. Infine, quando massa, forza e performance risultano compromesse simultaneamente, si parla di sarcopenia grave (3).
Quando si sviluppa la sarcopenia?
Sebbene la sarcopenia sia una sindrome tipicamente geriatrica, si stima che il declino muscolare inizi già intorno alla quarta decade di vita, o addirittura già alla terza. Inizialmente procede lentamente per poi accelerare significativamente con l’invecchiamento (5,6). In uno studio recente è stato stimato che nei soggetti di età compresa tra 40 e 50 anni, la perdita di forza muscolare sia di circa il 7,5% ogni 5 anni, con un’accelerazione significativa dopo i 50 anni (5).
Fattori di rischio
L’età rappresenta il principale fattore di rischio per la perdita di massa e forza muscolare. Ma a essa si aggiungono altri fattori secondari, come alcune malattie e uno stile di vita inadeguato, in particolare una nutrizione inadeguata e scarsa attività fisica.
Tra le principali malattie che possono causare o aggravare la sarcopenia rientrano: diabete, osteoporosi, malattie cardiache e respiratorie, patologie neurologiche, malattie infiammatorie e tumori maligni. Molte di queste condizioni sono età-correlate (7,8,9,10).
Per quanto riguarda lo stile di vita, la sarcopenia può essere causata o aggravata in particolar modo da malnutrizione per difetto e dall’inattività fisica. La sarcopenia è presente tuttavia anche nei casi di malnutrizione per eccesso (obesità sarcopenica). Anche queste condizioni sono spesso correlate all’età. La malnutrizione per difetto colpisce in particolare gli anziani a causa di fattori clinici e sociali: disfagia, patologie concomitanti, assunzione di numerosi farmaci (alcuni anoressizzanti), solitudine, isolamento sociale, depressione, ridotte possibilità economiche, mobilità limitata dovuta a patologie o condizioni fisiche compromesse.
Prevalenza
Determinare la prevalenza esatta della sarcopenia è complesso, poiché i risultati degli studi variano in base al contesto dove è stata studiata (ospedale, domicilio…), agli strumenti di screening e a causa della mancanza di una definizione uniforme della sarcopenia fino a tempi recenti (4,11).
Una meta-analisi 1 del 2022 ha stimato la prevalenza della sarcopenia tra il 10% e il 27% nella popolazione generale, con differenze tra soggetti con meno di 60 anni (8%-36%) e quelli over 60 (10%-27%) (12). Nei pazienti oncologici, la prevalenza può raggiungere il 70% (13).
Conseguenze
La sarcopenia può causare declino della funzione fisica e della mobilità, ridurre significativamente l’indipendenza e aumentare il rischio di esiti avversi, come cadute, fratture e mortalità (11,14). La ridotta performance fisica è considerata di fatto un esito piuttosto che una componente della sarcopenia (4).
Diagnosi
Sebbene la perdita di massa e forza muscolare vengono percepiti dal soggetto stesso, la diagnosi richiede l’intervento medico e segue un iter articolato: dalla valutazione del rischio (screening) alla conferma diagnostica e alla definizione della gravità (Figura 1).
Figura 1: I criteri EWGSOP2 per la gestione del paziente sarcopenico (15)

Come mostrato nella figura 1, lo screening si effettua tramite un questionario di cinque domande. Se il rischio viene confermato, si procede alla valutazione della forza muscolare (forza di presa e test alzata dalla sedia). Qualora i risultati siano inferiori ai cut-off prestabiliti 2, si stima la massa muscolare tramite bioimpedenziometria, TAC, risonanza magnetica o DXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry), quest’ultima considerata il gold standard3. Infine, una volta confermata la sarcopenia, si valuta il grado di severità tramite velocità del cammino, equilibrio posturale (SPPB) e test di salita/discesa da sedia (TUG).
Sarcopenia e nutrizione
La nutrizione, insieme all’attività fisica, rappresenta lo strumento principale sia per la prevenzione sia per la gestione della sarcopenia (16).
Oltre a un apporto calorico adeguato, è fondamentale garantire un sufficiente apporto proteico. Nei soggetti anziani, in particolare, la dose raccomandata di proteine è maggiore. Per un anziano sano, tale dosaggio varia da 1,0 a 1,2 g/kg/giorno, mentre, in caso di sarcopenia o malnutrizione, e in assenza di controindicazioni, la raccomandazione sale a 1,2–1,5 g/kg/giorno o più (17,18).
Oltre alla quantità, risultano determinanti anche la qualità — ovvero la tipologia delle proteine assunte —, la quantità e la tipologia di eventuali supplementi di amminoacidi4, nonché la distribuzione dell’assunzione nell’arco della giornata (19).
Le indicazioni relative a una corretta alimentazione e supplementazione, in questo caso, possono essere fornite esclusivamente da figure sanitarie quali il medico dietologo e il dietista, quest’ultimo solo su prescrizione medica.
È importantissimo sottolineare che l’assunzione proteica deve sempre essere associata all’attività fisica, in particolar modo agli esercizi di resistenza. Questo abbinamento è necessario poiché l’attività di resistenza stimola la sintesi proteica (18,20). È infatti proprio la combinazione tra proteine e attività fisica a garantire i migliori risultati clinici (21,22).

Fonte: Pexels _ Ivan s
Anche l’attività aerobica contribuisce al miglioramento della qualità muscolare, pur non favorendo l’ipertrofia come quella di resistenza (23). Tuttavia, risulta particolarmente utile in caso di obesità sarcopenica, condizione in cui anche la riduzione del peso corporeo è fondamentale.
Altri interventi nutrizionali
Nel trattamento della sarcopenia, in alcuni casi si sono dimostrate efficaci le supplementazioni di vitamina D, prodotti antinfiammatori, immunonutrienti (zinco, selenio, omega-3, glutamina), creatina, beta-idrossi-beta-metilbutirrato (HMB) e alcuni antiossidanti specifici (24,25). Anche in questo caso, la necessità della supplementazione, la tipologia e i dosaggi devono essere stabiliti da personale sanitario qualificato (medico dietologo e dietista).
Strategie terapeutiche emergenti
Studi recenti stanno indagando ulteriori strategie terapeutiche che si stanno mostrando promettenti, come l’inibizione della miostatina, terapie con cellule staminali, terapia genica e l’utilizzo di farmaci antidiabetici (24).
Note:
1 Una meta-analisi è uno studio statistico che analizza i risultati di più studi sullo stesso argomento per ottenere una stima complessiva più precisa del risultato analizzato e superare il problema di campioni (numero dei partecipanti allo studio) ridotti e risultati discordanti, analizzando i motivi di tali discordanze.
2 Il cut-off è un valore soglia utilizzato per interpretare i risultati di un esame e definirli come normali o patologici. Ad esempio, se il cut-off per la glicemia è 126 mg/dl, un valore uguale o superiore può indicare diabete.
3 Il gold standard è il metodo o test considerato migliore disponibile rispetto a tutti quelli utilizzati per valutare una determinata condizione/patologia.
4 Gli amminoacidi sono dei “mattoni” che costituiscono le proteine. Esistono 20 principali, alcuni dei quali il nostro organismo non è in grado di produrre autonomamente e devono essere assunti attraverso l’alimentazione (nell’adulto: istidina, isoleucina, leucina, lisina, metionina,fenilalanina, treonina, triptofano, valina).
Foto copertina: Pexels – David Kouakou
Disclaimer
Le informazioni contenute in questo articolo hanno esclusivamente scopo informativo e divulgativo, con l’obiettivo di supportare caregiver informali nella comprensione delle problematiche e bisogni nutrizionali delle persone anziane. Il contenuto è stato preparato basandosi sulle migliori evidenze scientifiche disponibili. Tuttavia, non sostituisce in alcun modo la valutazione, la diagnosi o il trattamento da parte di un professionista sanitario qualificato. Per qualsiasi problema nutrizionale o di salute, o in caso di necessità di intervento, si raccomanda di consultare sempre il proprio medico.
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